ᗪIᔕᗩᑭᑭᑌᑎTI #63 | Lo squillo: dire tutto senza dire niente
Non è facile dimenticare la sensazione 🪂
Ero in giro per Zollino quando l’ho vista: un’ombra scura di vernice. Le iniziali di qualcuno, scritte in fretta, un marchio su pietra. Ed è stato come un lampo: quelle lettere erano le stesse con cui avevo memorizzato il numero di una persona sul mio primo Nokia. Non ci pensavo da anni, ma improvvisamente tutto è tornato a galla: lo squillo.
Lo squillo. Quel gesto semplice e potentissimo, un codice segreto che riempiva di senso il silenzio tra i primi anni 2000. Un unico tono, brevissimo, eppure in grado di dire tutto: “Ci sono”, “Sto pensando a te”, “Rispondimi”, “Sono arrivato”, “Mi manchi”. Era l’arte della sintesi, la poesia della presenza. Bastava premere il tasto verde e subito dopo il rosso: la chiamata partiva, ma si interrompeva in tempo, prima di far scattare l’addebito. Magia.
E se l’altra parte non ricambiava? Tragedia. Era come un grido lanciato nel vuoto. Nessuna notifica, nessun riscontro, solo l’attesa: “Perché non mi ha fatto lo squillo di ritorno? Cosa vuol dire?” Era il preludio a giorni di silenzi densi, di amicizie messe alla prova da un gesto tanto piccolo quanto significativo, di amori dimenticati.
Ma l’errore più grande? Sbattere contro il tasto verde un attimo di troppo, fare partire davvero la chiamata. Un disastro, perché il credito si consumava inesorabilmente e addio squilli fino alla prossima scheda. Quelle maledette schede prepagate che finivano sempre troppo presto, che si contavano con cura, perché un messaggio significava tagliare il numero di squilli disponibili.
Eppure, quella piccola rivoluzione del gesto conteneva tutto il sapore di un’epoca – sì, epoca, perché oggi sembra un altro mondo. C’era una semplicità ruvida in quel modo di esserci, un’accortezza che non era ancora satura di emoticon, sticker o cuori lampeggianti. Un squillo era una mano tesa, un segnale nella nebbia, un codice d’accesso per un rapporto più umano. Era un modo per dire: “Io ci sono, tu ci sei?”.
Non c’erano le dinamiche contorte delle chat, i punti interrogativi sui visualizzati o i messaggi ignorati. Non c’erano nemmeno i vocali eterni che vomitano pensieri senza filtro. C’era solo quel tono, unico e irripetibile, che segnava una presenza discreta e fragile.
Quella scritta sul muro, con le sue iniziali scabre, è stata come uno squillo lanciato dal passato. Mi ha ricordato un tempo in cui esserci era tutto e bastava un piccolo gesto per dire mille cose. Un tempo che ora sembra lontanissimo, ma che è rimasto lì, come un’eco. Perché c’ero, e in qualche modo ci siamo ancora.
Appunti sparsi caduti nella borsa e ricopiati con cura e discrezione
ᔕ APPROFONDIRE IL CROWDFUNDING. Puglia Creativa è partner del Progetto Erasmus+ “Creatif Academy” cogliendo l’occasione di aprirsi a un uso più efficace del Crowdfunding per le ICC. Il video rappresenta una panoramica sul Crowdfunding come strumento alternativo di promozione, sostenibilità e finanziamento per l’arte e la culture: descrizione, modelli, vantaggi, consigli per la costruzione di una campagna di successo. Qui il link.
ᔕ PREMIO LETTERARIO VISIONI. Il concorso è gratuito e aperto a racconti inediti in lingua italiana che trattino temi storici o d’attualità, senza limiti di periodo o ambientazione. Sono ammessi testi che ricostruiscano eventi storici reali, esplorino personaggi del passato o sviluppino ipotesi alternative, con particolare attenzione alla cura dell’ambientazione e alla centralità del fatto storico. I racconti devono avere una lunghezza compresa tra 8.000 e 15.000 battute spazi inclusi e possono essere inviati fino al 1° giugno 2025. Qui le info.
ᔕ CORPI NEL TEMPO – CORTI TEATRALI IN FORMA DI MONOLOGHI. Teatro dei Lupi presenta la seconda edizione di “Corpi nel Tempo”, concorso per monologhi teatrali, inediti e non, dal titolo “Cibi, nutrimenti e surrogati”. Scadenza del progetto: 15 maggio. Tutte le info qui.
ᔕ CALL FOR STORIES. Zazibou lancia una nuova call gratuita per racconti dedicata al mese di aprile.Aprile è il tema di questa call è il mese di aprile, simbolo di rinascita, primavera, cambiamenti improvvisi e nuovi inizi. Lasciatevi ispirare da ciò che questo mese rappresenta per voi e raccontate la vostra storia: potete esplorare il tema nel modo che preferite, attraverso racconti brevi, storie fantastiche, ricordi personali o narrazioni sperimentali. I più belli saranno pubblicati sulla piattaforma. Modalità di invio: Per partecipare, inviate il vostro racconto all’indirizzo: info@zazibou.it. Nell’oggetto specificate: ‘Call per racconti – Aprile’.Scadenza invio: 30 aprile
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Il libro della settimana
13/2025. Daniele Mencarelli torna a Gallipoli per Congiunzioni, il prossimo 12 aprile. Brucia l’origine è il suo nuovo romanzo.
Da quattro anni Gabriele Bilancini non tornava a casa. Casa è il quartiere Tuscolano a Roma, dove è nato e vissuto insieme ai genitori, la sorella e una compagnia di amici inseparabili. Oggi Gabriele abita a Milano ed è tra i dieci designer emergenti più quotati al mondo. È uno che ce l’ha fatta: l’esempio perfetto di come si possa essere artefici della propria sorte. A credere in lui e a lanciarlo è stato Franco Zardi in persona, un guru del design mondiale, che ha riconosciuto in Gabriele la grazia del talento. Da quel momento, la sua vita si è trasformata, ha preso a correre a un ritmo frenetico alimentandosi di adrenalina e soddisfazioni, non ultima l’incontro e l’amore con Camilla, la figlia di Zardi. E ora, dopo quattro anni, torna. A casa tutto è rimasto identico, a partire dalla vita dei suoi amici, come se il tempo non fosse trascorso, stesse abitudini, stesse giornate – al posto della scuola il lavoro – che si concludono ai tavolini del bar del sor Antonio. L’abbraccio in cui lo avvolge il suo passato è la cosa più dolce e al contempo soffocante che potesse ricevere e lo costringe a prendere atto della frattura che lo abita. “Si vergogna della sua famiglia, della terra che lo ha allattato. Nel mondo che frequenta ora, quello dei ricchi, la nasconde come si nasconde un peccato. Da una parte le sue origini, dall’altra Milano e il suo presente di alto rango.” Quella che ha spinto Gabriele a disegnare è una passione vera, bruciante, su cui lui ha puntato tutto, uscendone vincitore. Eppure, una volta realizzato, il sogno non dà la felicità attesa. Cura poetica della lingua e potenza dei sentimenti si distillano con stupefacente limpidezza in un romanzo dal ritmo velocissimo.
Mencarelli ci offre il quadro appassionante, la tranche de vie, di un quartiere della periferia romana che potrebbe essere una qualsiasi periferia, concreta ed esistenziale, in cui il protagonista coltiva un desiderio di esprimersi che non si appaga mai, un bisogno di appartenenza che non sa come incarnarsi.
In questa newsletter ci sono 1156 parole; tempo di lettura 6 minuti. A domenica 13 aprile!
Grazie per aver dedicato del tempo a questa lettura; se ti piace DISAPPUNTI consigliala a chi facevi tanti squilli.
Riflessione conclusiva. Va tutto bene?