Una volta le domeniche erano un pretesto per uscire, per occupare spazio, per dimostrare a sé stessi che il tempo libero andava vissuto, possibilmente fuori casa, con addosso almeno un paio di occhiali da sole, le scarpe buone e una destinazione anche finta, pur di dire che sì, qualcosa si stava facendo.
Bastava un messaggio, un’idea vaga, una scusa e via: fuori, lontano dalle pareti che durante la settimana sembravano stringere. La casa era il luogo del dovere, della routine, della tazza dimenticata nel lavandino, delle lenzuola da cambiare e della spesa da rimandare. E allora appena arrivava il weekend, scattava una specie di ansia da prestazione del tempo libero: la voglia di evadere, di vedere gente, di incrociare volti e fare cose, di non restare immobili. Oggi invece succede qualcosa di diverso. La geografia delle priorità si è spostata, lentamente, senza avvisare. Non è più fondamentale “fare” qualcosa, quanto piuttosto “stare” da qualche parte. E quel posto, sempre più spesso, è casa. Non per rassegnazione, ma per scelta.
Una casa che non è più solo luogo di passaggio, ma rifugio e riflesso. La domenica non scappa più verso l’esterno, non corre a cercare parcheggio sotto il sole, non pretende selfie con il mare sullo sfondo per dire al mondo che sì, anche oggi abbiamo vissuto. La domenica oggi è fatta di gesti piccoli e significativi, di cose che si rimandavano da settimane ma che oggi, chissà perché, diventano dolci: sistemare un angolo, buttare carte inutili, rifare il letto con le lenzuola fresche, cucinare qualcosa (ebbene sì) o aprire quel libro che giaceva sul comodino da troppo tempo.
Un tempo avrei pensato: che spreco. Oggi invece mi accorgo che sto bene. Sto bene a casa, quando posso permettermi di non provare a essere brillante, come il mondo ci vuole, di non dare risposte, di non dover spiegare nulla. Quando il telefono può restare a faccia in giù e il rumore più forte è quello della moka che sbuffa o di Stanis che distrugge qualcosa. Ora non ho più bisogno di correre via: mi basta un libro, un’ora in silenzio. E se poi viene voglia di mare, va bene, sempre benedetto. Ma anche “se no”, anche se resto, va bene comunque. Tra le stanze, a mettere mano tra le pile di libri, a scegliere quale voce farmi compagnia. Leggo e rileggo e intanto mi sistemo dentro, cercando nel silenzio e nell’ordine ciò che mi somiglia più della confusione degli aperitivi affollati. Non sempre mi riesce di stare bene, ma quando succede – e succede sempre più spesso – accade qui.
In una domenica senza trucco.
Senza fretta.
Senza nessuno da dover diventare.
Appunti sparsi caduti nella borsa e ricopiati con cura e discrezione
ᔕ CALL PER PROGETTISTI. Visioni D’Alta Quota è una call per giovani progettisti e artisti digitali promossa dal MEET Digital Culture Center e dal Dipartimento di Design del Politecnico di Milano. Il progetto è finanziato dal Programma Olimpiadi della Cultura – Regione Lombardia. Un’occasione preziosa per giovani progettisti e artisti digitali under 30 che vogliono mettersi in gioco con creatività e visione. L’obiettivo? Valorizzare il patrimonio storico sportivo lombardo – con un focus sugli sport di montagna – e promuovere valori come inclusività, democrazia e pace attraverso l’arte e la cultura digitale. Una sfida che unisce territorio, memoria, innovazione e partecipazione, con la volontà di coinvolgere la cittadinanza attraverso un’azione di arte visuale pubblica. La call è aperta a studenti dei corsi di laurea in Design della Comunicazione e delle accademie lombarde, ma anche a giovani artisti e progettisti digitali under 30, che potranno partecipare individualmente o in team (max 3 persone). Tutti i dettagli qui.
ᔕ MASTERCLASS GRATUITA CON LA COMPAGNIA DELLA FORTEZZA. È aperta la call per l’ammissione alla Masterclass di Alta Specializzazione con la Compagnia della Fortezza, nell’ambito dell’ ottava edizione del progetto Per Aspera ad Astra, sostenuto da ACRI-Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa e da una rete di dodici Fondazioni di origine bancaria: un’opportunità unica per 30 operatori che svolgono, o sono interessati a svolgere, un’attività artistico-culturale o che sono interessati alle pratiche teatrali in carcere. Tutte le info qui.
ᔕ CALL FOR IDEAS: PROGETTI CHE DANNO VOCE AI TERRITORI. Rural Voices 2030 si impegna a fornire supporto finanziario e tecnico a quei progetti che presentano un piano efficace e realistico per realizzare attività educative, culturali, artistiche e/o di comunicazione, con l’obiettivo finale di responsabilizzare i giovani delle aree rurali, per rafforzarne il ruolo di agenti di cambiamento, valorizzando le risorse dei territori rurali e promuovendo una cittadinanza attiva, inclusiva e sostenibile. QUI tutte le info.
ᔕ SUOLE DI VENTO / FORMAZIONE. Per tre giorni Koreja sarà il luogo nel quale esponenti di primo piano del giornalismo e della narrativa, delle arti figurative e della scena condivideranno le ragioni della propria vocazione, i fondamenti del mestiere. Opportunità multidisciplinare in forma di dialogo, Suole di Vento sarà un tempo-occasione in cui mettere in pratica ascolto conoscitivo, trasmissione del sapere e accumulo di un’esperienza. QUI tutte le info.
Poppe, le notizie pop da prendere di petto
✦ Carmine Tundo torna con “Dove ti porto?”
✦ LUMIERO: Milano, l’amore, il tempo che gira in tondo
✦ Siamo tutti social media manager*
Il libro della settimana
24/2025. Napoli, mon amour di Alessio Forgione.
SINOSSI. Amoresano vive a Napoli, ha trent’anni e non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Le sue giornate passano lente, tra la vita con i genitori, le partite del Napoli, le serate con l’amico Russo e la ricerca di un lavoro. Dopo l’ennesimo, grottesco colloquio, decide di dare fondo ai suoi risparmi e di farla finita. Un giorno, però, incontra una bellissima ragazza e se ne innamora. Questo incontro riaccende i suoi desideri e le sue speranze: vivere, essere felice, scrivere. E incontrare Raffaele La Capria, il suo mito letterario. Ma l’amore disperde ancora più velocemente energie e risorse, facendo scivolare via, un centesimo dopo l’altro, i desideri ritrovati e le speranze di una vita diversa. Alessio Forgione racconta una Napoli afosa e livida di pioggia, cinerea come la Hiroshima del film. E con una lingua incalzante, sonora, intessuta di tenerezza, firma il suo esordio, un romanzo di formazione lucido e a tratti febbrile, che ha il ritmo di una corsa tra le leggi agrodolci della vita e i chiaroscuri dell’innocenza.
Questo libro è per chi ama l’odore dell’asfalto bagnato dalla pioggia, per chi si è tuffato nell’acqua di diamante del mare di Procida, per un primo bacio che suona come Brown sugar dei Rolling Stones, e per chi ha capito l’immensità blu di perdere tutto, in un solo momento, come lasciare un bagaglio su un treno in partenza.
In questa newsletter ci sono 1143 parole; tempo di lettura 6 minuti. A domenica 6 luglio.
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Riflessione conclusiva. Graziella non fare scherzi, eh?